Il primo Portale del cane Pastore Abruzzese

 

 

4) Struttura fisica idonea per affrontare i predatori delle greggi e le condizioni  dell’ambiente di vita e di lavoro.

Per ritenere il cane  un valido  strumento di difesa  contro i predatori bisogna riscontrargli  qualità e mezzi  tali da riuscire  egli stesso  motivo di timore per il ladro, il lupo o l’orso.
Gli necessità perciò una struttura fisica adeguata e notevoli doti di agilità e coraggio.
Un buon numero di cani riesce normalmente ad evitare tanti guai; dove non ci si può permettere il numero si supplisce con la qualità.

La struttura del cane è tale da risultare  non solo un deterrente per il lupo, ma anche un elemento rassicurante per le pecore.

Le pecore di razze originarie dell’Abruzzo , tolta la pagliarola, più bassa, hanno un’altezza media oscillante tra i   63 e i 68 cm .Il lupo appenninico ha grosso modo la stessa altezza; qualche bel maschio arriva fino ai 70.

Un buon cane deve essere sicuro, e la sicurezza gli viene dalla consapevolezza della rispondenza dei propri mezzi alla funzione; gli necessitano quel minimo  di 70 cm  di statura  con un cinquantacinque-sessanta  chili di muscoli che gli garantiscano almeno la parità con un buon lupo e gli assicurino il controllo e la fiducia delle pecore.
Due o tre cm in più gli danno maggiori possibilità, ma andare oltre significa rompere un preciso e severo equilibrio di masse e risulterebbe  invece  penalizzante.

Il lupo  deve la sua sopravvivenza a cinque  fattori  importanti del suo modo di essere:

  • Fiuto del pericolo e scaltrezza nell'evitarlo

  • Capacità di adattamento alle più dure e diverse condizioni di vita

  • Mobilità estrema

  • Agilità impressionante

  • Socialità

La realtà montana abruzzese non permette l’esistenza di grossi branchi di lupi,il loro peso inciderebbe eccessivamente sull’ecosistema causando uno squilibrio sia ambientale che economico.
Raggruppamenti di quattro o cinque soggetti avviene per brevissimi periodi solo al tempo degli accoppiamenti.
Di norma i lupi abruzzesi vivono  solitari o a coppie; le cucciolate  si separano per motivo di spazio vitale dopo il primo anno.
La tecnica di aggressione del lupo è il mordi e strappa , con attacchi rapidi e continui, cercando di apportare maggior danno  all’avversario e nello stesso tempo  riceverne il meno possibile, restare gravemente ferito o mutilato per un selvatico è quasi sempre la morte.
Solo quando la preda è completamente sfinita e non più in grado di nuocere, solo allora egli accetta il corpo a corpo.
Un cane deve essere quel tanto agile da poter parare gli attacchi del lupo e quel tanto massiccio da portarlo a cercare  immediatamente il corpo a corpo dove la sua mole maggiore ha più possibilità di riuscire.
La forma della sua testa , del suo muso, della sua dentatura e del suo apparato respiratorio devono essere tali da permettergli, una volta afferrato l’avversario in un punto vitale,di mantenere la presa il più a lungo possibile, pena la  morte.


Polmoni voluminosi, narici larghe, fasce dei masseteri  ampie, mascella corta e potente con dentatura proporzionata, collo quel tanto corto da permettere un buon movimento  del corpo e sopportare anche notevoli pesi; tronco e groppa larghi con arti e appoggi adeguati sono strettamente necessari.


Il selvatico limitato nel movimento è facile vittima dello stress e del panico e perde più facilmente del cane  il controllo di se. Il lupo ha pazienza infinita ma solo nella  caccia .
E’ anche vero che i cani hanno terrore del lupo.
I due eterni nemici raramente arrivano ai ferri corti, solo la fame può costringere un lupo  ad avvicinarsi ad un gregge guardato da buoni cani e  correre certi rischi.
La maggior parte delle volte si tratta di provocazioni e di abbaiate furiose, più rumorose che dannose, è sempre la presenza dell’uomo con il bastone o con il fucile ad avere l’ultima parola. Non mancano però racconti di fatti con esiti diversi  , veri o favole, prima che arrivasse la televisione, essi riempivano tante serate della gente  di montagna.

 

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