Il primo Portale del cane Pastore Abruzzese

 

DEFINIZIONE   CINOMETRICA
 

CARATTERI GENERALI PRECISANTI LA RAZZA

Il cane da pastore abruzzese é di grande mole, fortemente costruito,  rustico e nel tempo stesso d’aspetto maestoso e distinto, robusto e coraggioso, d'espressione intelligente e molto intensa, di grande equilibrio, di carattere abbastanza docile, molto legato al suo ruolo; se provocato può diventare  feroce, sopratutto in assenza del padrone e alla custodia delle greggi; con pelo abbondante, lungo e di colore bianco candido, irto sul corpo e  sostenuto da abbondante sottopelo.  La conformazione generale é quella di un pesante mesomorfo, il cui tronco é di poco più lungo dell'altezza al garrese.
Di forte ossatura e di  notevole armonia.
Frutto di ferrea selezione sia per la struttura che per il carattere, dalle popolazioni abruzzesi utilizzato come cane da difesa delle greggi fin dalla preistoria.
Nessuna razza di cani vanta testimonianze tanto antiche.


I^ PARTE:   LA TESTA

Submesocefala : la sua lunghezza totale raggiunge il 39-40 %  dell'altezza al garrese e il 37-38 % della lunghezza del tronco.

La lunghezza del muso é inferiore rispetto alla lunghezza della regione craniana di circa i 2,2/10 della lunghezza totale della testa.
La larghezza  del cranio é alquanto superiore alla metà della lunghezza totale della testa, circa i 4,4/8 di essa, l'indice cefalico totale non  é  mai inferiore a 52.
L’angolo formato dagli assi longitudinali del cranio e del muso è leggermente convesso.

Nel suo insieme la testa si presenta grossa, di forma tronco-conico-piramidale a base molto larga.
La faccia superiore del cranio è larga e  piuttosto piatta e  il profilo superiore  della sezione trasversale nel punto di massima larghezza è minimamente convesso.
Con narici grandi  e  ben aperte, umido e fresco il tartufo è sulla stessa linea della canna nasale: visto di profilo non  sporge dalla linea verticale anteriore delle labbra, con esse forma la faccia anteriore del muso sul medesimo piano verticale,normale all’asse dello stesso muso o , in qualche caso, con angolo mai inferiore a 86 gradi sessagesimali.
La sua pigmentazione è nera.
I profili del muso sono rettilinei.
La lunghezza del muso è inferiore alla lunghezza della regione craniana di circa i 2,2/10 della lunghezza totale della testa.     La sua larghezza - misurata alla metà della sua lunghezza -  deve raggiungere  il  75-80% della sua lunghezza .
Misurato nel punto  contiguo al cranio  esso    ha stesse misure per la larghezza e per l’altezza , che sono come quelle della lunghezza.
Le facce laterali del muso fra di loro sono alquanto convergenti.


Le labbra non sono eccessivamente sviluppate in altezza, coprono bene i denti della mandibola; la commissura labiale é ben determinata.
Di conseguenza il profilo inferiore  del muso   e dato dalle labbra solo per la loro parte medio-anteriore e, indietro, verso la commissura labiale, dalla mandibola e dalla commissura stessa.
Il pigmento dei margini labiali è nero intenso e omogeneo.
La regione sottorbitale è moderatamente cesellata.
Il profilo del muso rimonta verso il cranio in dolce pendenza, l’angolo  naso frontale perciò è molto aperto, mai inferiore 
a 150 °.

Le mascelle sono molto robuste, con sviluppo normale e con arcate dentarie perfettamente combacianti. Le branche della mandibola sono rettilinee.
Denti bianchi,  completi per sviluppo e numero, con incisivi normali al piano di impianto, posti in linea retta, chiusi a forbice stretta o a tenaglia, e canini molto sviluppati.
Come  già detto, la  lunghezza del  cranio é maggiore rispetto alla lunghezza del muso, di 2,2/10 della lunghezza totale della testa e la sua larghezza bizigomatica é superiore alla metà della lunghezza totale della stessa, oscilla tra il 52% e il 56 % di essa lunghezza.
Le pareti laterali del cranio sono perciò convesse.
Visto nel profilo longitudinale il cranio é leggermente convesso, è  piuttosto largo fra gli orecchi, con il profilo superiore della sezione trasversale maggiore quasi piatto; si restringe poco verso la regione facciale.
Il suo asse longitudinale é appena divergente rispetto all'asse del muso.

I seni frontali sono  poco sviluppati.
La sutura frontale o metopica è evidente.
L'apofisi o cresta occipitale è poco evidente al tatto e  mai apparente.


L’occhio non è grande rispetto alla mole dell'animale e sempre in posizione laterale; il bulbo non è affossato nè sporgente.     L'iride è di colore ocra o castano scuro. Le palpebre sono normalmente aderenti al bulbo oculare. Data la posizione laterale degli occhi, la rima palpebrale é a mandorla. Il pigmento dei margini palpebrali  è nero.
La direzione degli assi delle palpebre o, per spiegarci più chiaramente, la linea retta che passa fra i due angoli della rima palpebrale, determina col piano mediano della testa  un angolo di 30-35 gradi.

L’orecchio  è piccolo in rapporto alla mole del cane, di forma triangolare (a V), inserito molto al di sopra dell' arcata zigomatica, in prosecuzione alla congiungente tartufo-occhio, con impianto parallelo all'asse cranico longitudinale, ricoperto di pelo corto, pendente lateralmente leggermente gettato all’indietro e un poco distaccato dalle guance, in stato di perfetta quiete; mai floscio ma molto mobile.
L'apice dell'orecchio  termina a  punta moderatamente arrotondata.
La lunghezza dell' orecchio di un cane di media statura non  oltrepassa i 10 cm.
La tradizione pastorale vuole il taglio delle orecchie purché fatto a regola d'arte e che non nuoccia all'armonia della testa.      Con i profili convergenti, la lunghezza del collo in distensione , misurato dalla nuca al garrese ,  non oltrepassa i 7/10, della lunghezza della testa, e, rispetto alla lunghezza del tronco, raggiunge i 26-27% di essa,  perciò corto e muscoloso senza essere tozzo.

Il collo si presenta forte  e molto mobile, fornito di pelo lungo e folto che nei maschi forma ampio collare; spesso prolungato sul garrese e sulla parte anteriore del tronco fino a coprire tutto il torace come una criniera.
Nei maschi all'attaccatura del garrese si presenta spesso una convessità carnosa caratteristica, detta gobbetta di toro;  gli  esemplari che la sfoggiano un  tempo venivano chiamati  torelli.
Essi presentano a volte anche un accenno di giogaia senza per questo essere linfatici, anzi sono quasi sempre questi i capi branco.

 

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